mercoledì 16 maggio 2012

Tartufi al cioccolato

Ho deciso di abbandonare momentaneamente la frutta per lanciarmi sul cioccolato...mi direte "tempismo perfetto! Adesso inizia a fare caldo così vedi come diventa solido il cioccolato!" e invece a Torino fa ancora un po' freschino, quindi mi posso cimentare nell'arte dei chocolatiers!
Inizierei con una cosa semplice e si effetto: i tartufi al cioccolato.
Chi di voi non ha mai adorato la loro morbidezza?
Personalmente preferisco quelli bianchi con dentro i pezzetti di mandorle, ma il primo che ho mangiato era al cioccolato fondente, quindi BACK TO BASIC e iniziamo dando gli ingredienti per la forma base al cioccolato fondente:
  • 250 g di cioccolato fondente di qualità
  • 150 ml di panna liquida fresca
  • cacao amaro per rivestire
Scaldare la panna in un pentolino e portarla appena al bollore.
Intanto sminuzzate il cioccolato (più i pezzi sono piccoli più si sciolgono facilmente, ma se non avete tempo potete semplicemente romperlo in quadretti seguendo le linee della tavoletta).
Quando la panna è pronta toglietela dal fuoco e  aggiungetevi il cioccolato mescolando bene.
Una volta che il cioccolato si è comletamente sciolto versate tutto in una ciotola, coprite con il cellofan e mettete in frigorifero a solidificare. Ci vorranno circa 2 ore.
...
...
...
Passate le 2 ore prendete il composto e con un cucchiaino e fate tante palline che passerete nel cacao amaro e disporrete su una placca rivestita si carta da forno, questa la mettete in frigorifero per 30 minuti circa così i tartufi diventano duri.
Mettete ciascun tartufo in un pirottino di carta e servire, magari come accompagnamento per il tè.



Con questa ricetta partecipo al contest COLAZIONE DA ZALANDO di BperBiscotto
Cos'è per me l'eleganza?
Domanda veramente difficile...è scontato dire "filo di perle e tubino nero", anche se è la prima cosa che viene in mente e effettivamente coincide con l'idea della maggior parte delle persone del termine eleganza.
Personalmente non penso che sia una cosa alla portata di tutti, c'è chi è nato per essere elegante senza sforzo e chi piano piano matura la capacità di esserlo. Essenzialmente si tratta di una caratteristica molto personale, ciò che rende elegante una persona traslato su un'altra può non esserlo più, quindi non è un concetto universale, che si mantiene inalterato nelle culture e nella storia.

Se devo dare una definizione di eleganza vorrei usare l'immagine di due libri: il primo è Bel Ami di Guy de Maupassant.
Il personaggio di George Duroy sembra incarnare bene l'immagine dell'eleganza anche se in realtà è solo una facciata, se si va oltre, se si approfondisce la sua figura si vede che in realtà è tutto l'opposto: si circonda di belle cose e di donne, è avido non tanto di denaro, quanto di rappresentare l'ideale di uomo ben riuscito, ricco, alla moda, etc.
La seconda immagine che vorrei usare è: il grande Gatsby di F.S. Fitzgerald.
Ecco, Gatsby è la vera essenza dell'eleganza nonostante il suo vittimismo e la sua tragicità.
Alle feste che dà ci sono tantissime persone che fanno da contrasto con lui, sono sguaiate, senza troppo pudore, affamate di scandali, Gatsby invece è più pacato, padrone di sè, la sua vita che sembra così superficiale in realtà è mossa dall'amore per una donna che ha così amato in passato che ancora in quel momento fa sentire il suo eco.
Queste due figure dovrebbero far capire per contrasto ciò che intendo per eleganza: una naturalezza di comportamento che ci fa distingue dagli altri.

Nessun commento:

Posta un commento